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QUELLA MOSTRUOSA

AMOREVOLE CREATURA

Una creazione collettiva Città Sommerse Teatro

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Con Marta Allegra, Massimiliano Càrastro, Carlo Genova,

Nanni Mascena, Valerio Severino, Sebastiano Sicurezza.

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Drammaturgia e regia Stefano Cenci

Assistente alla regia Chiara Davolio

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Scene e costumi Città Sommerse Teatro

Musiche originali e sonorizzazioni Stefano Cenci

Soluzioni sceniche Rocco Berlingieri

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Una coproduzione ARTI VIVE – Soliera (MO) e VIAGRANDE STUDIOS – Viagrande (CT).

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La scena si apre su una vecchia casa in vendita nella fitta boscaglia nella regione dei laghi, di un paese immaginario. Il grande atrio è caratterizzato da lunghe tende verdi, ampie vetrate, mobili fuori moda. Tutto piuttosto fatiscente. Fuori un fragoroso temporale.

In questo decadente scenario 5 personaggi, spinti da un vago ricordo di un‘infanzia perduta, si incontreranno dopo molti anni. Si chiamano Zaccaria, Max, Brunello, Dibo, Kevin.

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Ognuno di loro ha un legame preciso con il resto del gruppo, ma sembra non ricordarsene, nessuno sembra avere idea del perché si trovi lì e cosa li abbia spinti ad entrare.

Sulle loro teste aleggia un segreto, qualcosa è accaduto nelle loro vite, e dal quel momento il tempo si è arrestato. Forse un incidente, forse una disgrazia, forse una perdita?

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Nella casa si muove una creatura, il sesto personaggio, una presenza, l’unica presenza femminile, Eco, il suono del passato, un essere senza tempo che muoverà queste povere anime perdute come all’interno di una fiaba, attraversando un oblio di paure e traumi, che forse hanno esattamente a che fare con lei.

I 5 individui, iniziano a riconoscersi, a chiamarsi per nome, a giocare violentemente tra di loro, costringendosi a ricordare; diventano mostri, diventano macchiette da avanspettacolo, soubrettes, giullari, narratori, personaggi attraversati da incognite fisiche e psicologiche, marionette alienate che tirano e vengono tirate, portatori di domande.

Quale incidente li ha condotti in quella casa? Quale creatura li trascinerà fuori?

 

Ritrovandosi proveranno a rievocare l’istante preciso in cui sono stati privati della loro purezza, per riconciliarsi con quella mostruosa amorevole creatura che si portano dentro, da quando sono stati privati di quel nido fragile in cui tutto nasce e muore che è l'essere bambini. Sono personaggi grotteschi, comici e violenti, che si ritroveranno faccia a faccia con i loro fantasmi, in una drammaturgia capace di mescolare uno humor provocatorio e surreale con una poesia da favola noir.

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Zaccaria: Ci pensa mai, che nella storia di ognuno di noi esiste un preciso istante in cui la nostra mamma e il nostro papà ci mettono giù e non ci prendono mai più in braccio? È un punto di non ritorno. Poi quelle braccia spariscono per sempre. Dove va a finire la nostra infanzia?

[“Quella mostruosa amorevole creatura”, estratto]

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